Expedition, giorno 32 - Cluj Napoca/Targu Mures
Tutto sembrava andare per il meglio, ieri: un bel sole illuminava le campagne rumene, mentre raggiungevamo la città universitaria di Cluj Napoca, in cui convivono trnquillamente rumeni ed ungheresi (o, meglio: rumeni di origine ungherese), e passato un fiume a bordo di un piccolo traghetto spinto a forza di braccia e pali dai due manovratori anch’io a bordo del furgone mi sparavo gli acuti tenorili di Andrea Bocelli a tutto volume, rallegrando con la musica lirica - che è sempre un bell’ascoltare - il lavoro nei campi dei tanti contadini che cercano di mettere al sicuro il granturco prima che il brutto tempo arrivi e lo rovini.
Sembrava...
Mi arriva un sms da una delle clienti, che mi avverte di persone con corde e sassi al chilometro 70. Accelero, e arrivo in zona, ma vado avanti ed indietro un paio di volte senza vedere nessuno. Decido allora di proseguire, e quando arrivo in testa alla carovana mi sento raccontare di persone che hanno scagliato sassi e mattoni ai ciclisti di passaggio, cercando di bloccarli con una corda tesa in mezzo alla strada e di rubargli le borse da bici (illusi: con tutte le fettucce di velcro che le tengono in posizione, se sai dove mettere le mani ci impieghi una ventina di secondi). Arrivano altri, e Tony è ferito: per ripararsi la faccia, dopo aver cercato con successo di difendere la moglie, si è beccato un mattone sul braccio. Gli fa male. E’ probabile che sia rotto, ma Tony si rifiuta di salire sul furgone, nonostante i nostri inviti.
Avverto Rick della situazione, e torno indietro, ma ancora una volta non vedo chi può aver fatto gli agguati. Ho qualche sospetto su una casa, con un gruppo di bambini all’esterno, quindi scorto Rick e Maxwell fino a che non l’hanno passata, poi torno in avanti per cercare Tony. Non passano 60 secondi, che Rick mi chiama: "li ho trovati, anzi ci hanno trovato". Torno indietro, e lo trovo ad aiutare Maxwell a disincastrare la borsa che è rimasta impigliata nella ruota dentata posteriore: lo hanno assalito uscendo dall’ultima casa, donne e bambini e un ragazzino, e solo l’intervento del capo spedizione li ha distratti. Provo a chiamare il 112, ma rispondono solo in rumeno; chiamo allora Alexandru, la nostra guida, e lui provvede a far inviare qualcuno.
Aspettiamo. Maxwell riparte, noi abbiamo il problema di altri tre clienti in arrivo. Li raggiungo col furgone, facendo da schermo a Rick che indietreggia pure lui, e li avverto del pericolo proprio mentre arriva un poliziotto.
Dalla casa esce un uomo trasandato, cerca di convincerci che la donna è pazza, che non è successo niente. Richiamiamo Alex, che racconta al poliziotto (il quale, ovviamente, non parla che rumeno) la nostra versione, e quella già raccolta dagli altri clienti. Lo lasciamo fare i suoi riscontri, prende nota dei nostri dati, ripartiamo. Io raggiungo Tony, è con Allan e Sunny: Allan, medico, mi conferma che ritiene si tratti di frattura; Tony non riesce più ad andare avanti. Gli stecchiamo il braccio con delle bende ed una scatola di cartone della cioccolata (ah, com’è dolce il dolore!), poi scatto avanti e, avvertendo tutti, recupero Alex lungo il percorso, marchiamo la via fino all’hotel e poi lui e Tony vanno in ospedale mentre io mi occupo dei bagagli e del ricevimento clienti.
Tornano dall’ospedale con un braccio ingessato, la frattura c’è ma è composta. Arrivano due giornalisti, informati da un gelataio che lavora nei pressi e che ha saputo tutto dalle nostre clienti. Salta fuori che la polizia locale afferma che un fatto del genere non può essere successo... La notizia arriva in tv, la faccenda s’ingrossa, la polizia ci chiede di ritornare sul luogo per fare un rapporto completo, noi spieghiamo di essere a loro disposizione ma a Cluj o Targu Mures, dato che non possiamo interrompere il viaggio solo per rispondere alle domande che non hanno fatto la prima volta.
La notte passa, e oggi abbiamo pedalato fino a Targu Mures; bel percorso, un po’ di pioggia alla fine, parecchie colline da superare, e tutti un po’ tesi per quanto successo e molto più gregari del solito. Arrivati in hotel, è una sfilza di interviste, finché non arriva anche la polizia, e finalmente possiamo informarli completamente su tutto l’accaduto.
Tony ha un braccio al collo, la sua pedalata è finita, probabilmente resterà comunque con noi in furgone anche per tenere compagnia alla moglie, che vorrebbe continuare.
Io, più che per la polizia, o per il turismo in questa zona, sono preoccupato per le ripercussioni che potrebbe avere, a livello sociale e razziale, tutto questo: chi ci ha attaccato è una famiglia di zingari, e da queste parti l’argomento è come una bomba con la miccia corta, pronta ad esplodere ad ogni scintilla...
Articolo pubblicato in rete (ad occhio, traduzione di quanto apparso in Romania ieri):
http://www.rumeniinitalia.it/romania/alien-contro-i-turisti-viaggio-in-romania-unavventura-che-non-sai-mai-come-puo-finire/
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inserito il 15/09/2012
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