Expedition, giorno 28 - Sarospatak/Nyjrbator
La Slovacchia è durata poco, siamo già in Ungheria. Sto cercando assiduamente dei langos con la crema acida e le raschiature di formaggio sopra, ma non ne trovo, e la nostra nuova guida Victor mi dice che non è zona... mannaggia! Il paesaggio rimane campestre, ma i villaggi sono meno monotoni, o quanto meno non si limitano all’esistenza di una serie di case lungo la strada principale e null’altro. Ci sono un sacco di bambini in giro, la scuola è ricominciata e pare ci sia una molteplicità di orari; le cicogne, invece, sono già volate a sud, lasciando vuoti i loro grandi nidi in cima ai pali della luce ed ai comignoli.
Un intoppo lungo il percorso mi costringe a provare a cercare una deviazione, ma finisco con il furgone su una strada scavata nella sabbia ed è sciuramente meglio non farci passare i clienti in bicicletta, quindi opto/optiamo per circa 2 km di una superstrada lungo la quale, in linea teorica, sarebbe vietato il passaggio ai ciclisti, ma che al momento sembra avere talmente poco traffico che vale la pena rischiare (anche perché di alternative non ce ne sono).
L’hotel è piccolino ma grazioso, un labirinto di stanze con corridoi a soffitti bassi e rischio di lasciarci le corna; in una sala hanno attrezzato un wellness center, mi sa che sono l’unico a infilarsi nella vasca idromassaggio per rilassarmi un po’ dopo aver preparato tutto e in attesa del ritorno di Rick, andato in furgone a visionare il percorso di domani. Che sono 145 km circa, il che significa che morirò, l’ho già deciso.
O forse no, passerò la frontiera e poi arriverò fino a Baia Mare, dove avremo una giornata di (teorico) riposo.
Intanto, domani mancheranno solo 17 giorni ad Istanbul.
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inserito il 11/09/2012
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