Expedition, giorno 26 - Dukla/Humenne
Passato il confine, siamo in Slovacchia. C’ero stato un secolo fa, di passaggio per andare a Praga da Budapest, quindi tutt’altra parte di dove siamo adesso: tagliamo per la parte più stretta, da nord a sud quasi in linea retta, tanto che ci dormiremo solo per una notte.
Alla frontiera c’è solo un cartello che dice Slovansko, e nient’altro; il panorama è molto simile a quello precedente, molti alberi e qualche villaggio mentre scendiamo dal passo seguendo le frecce di Ondrej, la nuova guida (Seco è tornato a casa sua, oggi è pure il suo compleanno, mica si può farlo lavorare all’estero in un giorno così!..) locale. Guido il furgone oggi, e tanto per cambiare la giornata è splendida (credo che Rick abbia con sé la sua zampa di coniglio)... possibile che piova solo quando sono in bici io?! I clienti sono felici, mentre il panorama scivola via e noi entriamo in una città dove un museo è dedicato ad Andy Wharol per il solo motivo che ad alcuni chilometri di distanza vivevano i suoi genitori... magari la Slovacchia è il paese dei personaggi famosi mancati, e quindi non resta che arrangiarsi con parenti ed affini.
Intanto, però, hanno l’euro, mica come i loro vicini polacchi. E insieme all’euro sono venute anche le grane, del tipo le solite assurde leggi unificatrici dell’Unione Europea; ma non la svalutazione: a quanto pare, essendo già poveri in partenza, non ci sono stati grandi ed incontrollati aumenti di prezzo, come da noi e un po’ in tutti gli altri posti che hanno aderito alla moneta comune.
La nostra metà è Hummene, centro in cui (virgolette) "non ho mai trovato una ragione valida per venirci", a quanto dice Ondrej; architettura sovietica e post-sovietica, un centro che si svuota intorno alle 9 di sera del finesettimana, un museo all’aria aperta in cui i volenterosi possono andare a vedere edifici di un po’ qua ed un po’ di là riuniti, tutte le cose che rendono allegre le giornate, insomma! Il nostro hotel non è niente male, lo staff è molto disponibile, la cameriera a cena ci serve con indosso i guanti bianchi, solo la lobby sembra uscire da un sogno comunista.
Domani pedalerò io, e mancheranno solo 19 giorni all’arrivo ad Istanbul.
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inserito il 09/09/2012
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