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Caribe, infine

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Una partenza notturna sotto la pioggia non è sicuramente la cosa più entusiasmante della vita, ma pur di raggiungere l'agognata costa caraibica dello Yucatan faremmo questo ed altro. Quindi, ci stringiamo nel pullmino, in cui abbiamo caricato anche i bagagli per non rischiare che dell'acqua si infiltri nel saccone che usavamo sul tetto, e cercando di trovare un posto comodo per la testa per poter sonnecchiare ci affidiamo alla sapiente guida del nostro buon Yoni. In circa 9 ore, incluse un pò di soste necessarie, arriviamo sulla costa opposta, quella del caribe, nel villaggio di Majahual, un tempo di poveri pescatori ed ora sempre più dedicato al turismo. L'alberghetto riservatoci è molto carino, e sembra terminato da non molto, o quanto meno molto ben manutenuto. E, poi, c'è la spiaggia, che raggiungiamo quasi subito. Al mattino ha piovuto, ed il cielo è nuvoloso, ma l'acqua non è fredda ed in molti ci buttiamo per un tuffetto. Qualcosa, forse le alghe, irrita la pelle al contatto, ma a parte il fastidio non causa effetti collaterali e coninuiamo a bagnarci, protetti dalla barriera corallina che blocca le forti onde un pò su tutta la costa. Il luogo è bello, e soprattutto tranquillo: non paiono esserci molti turisti, che probabilmente in questa stagione si fermano di più nella zona prossima a Cancun. Si notano varie costruzioni in fieri, però pare che per il momento riescano a contenere la cosa, evitando quegli orrori che in molti altri posti ormai hanno rovinato completamente il lungomare (non solo in Messico, ovviamente). L'unica controindicazione di tutto ciò è che, quando usciamo per cenare, non troviamo quasi nulla di aperto, evidentememte perché non c'è abbastanza clientela disponibile. Avvistiamo, per caso, un ristorantino all'interno di un cortile apparentemente privato (tanto che pensiamo di esserci infilati in casa di qualcuno, sulle prime), ed è la nostra fortuna, perché i simpatici proprietari ci allesticono in quattro e quattr'otto una cena con assaggi di specialità locali, per la quale paghiamo la metà del nostro abituale budget per le cene... Una passeggiata sul lungomare ci permette poi di riconciliarci con il mondo, e di gettarci convinti tra le braccia di Morfeo (anche se Giuseppe, Victor ed io passiamo un pò di tempo sul tetto della terrazza alta dell'hotel, cercando di avvistare delle stelle tra le nubi pecorelliche e parlando di scimmie boliviane e del sapore leggermente più amaro che ha assunto il mezcal che ci portiamo dietro da Oaxaca).
Al mattino, sorpresona graditissima: il forte vento ha spazzato via le nubi, e sulla spiaggia luccica un caldo sole tropicale. Decidiamo quindi di posticipare la partenza, per goderci la spiaggia. Si rivela una buona selta, perché quando arriviamo a Tulum, dopo 3 ore di viaggio, le nuvole ed un fresco venticello spazzano la spiaggia bianchissima. Io, in realtà, non me ne accorgo direttamente, perché passo più di due ore a risolvere l'enesima grana: l'inaccuratezza di chi ha prenotato i nostri alloggi fa sì che una delle stanze non fosse stata conferamta, e quindi sia a rischio, mentre un'altra non ci sia proprio... essendo io l'accompagnatore, vi lascio immaginare chi è che resta senza stanza... per fortuna, Giuliana e Giuseppe mi offrono di condividere la doppia con loro, essendo i letti ad una piazza e mezza riusciamo a starci, ma ai poveri Victor e Yoni tocca dormire nel pullmino (avendo rifiutato le decine di offerte che abbiamo fatto loro di trovare posto nelle nostre stanze).
Tulum è un villaggio come tanti, dimenticabile se non fosse per una spiaggia veramente bella, con le sue palme al posto giusto e le sue onde al posto giusto e tutti quei piccoli dettagli che ti fanno voglia di esclamare "ah, la mer" (alla francese, si intende), e per un sito archeologico maya davvero interessante, perché si tratta di una seirie di strutture rivolte al commercio, a guardia di uno dei pochi varchi nella barriera corallina che scende da Cancun fino alla costa dell'Honduras. Alcuni componenti del gruppo preferiscono rimanere in panciolle (giustificati, essendo in vacanza), ma io e altri 5 andiamo alla scoperta di questo affascinante insediamento, stupendoci per le costruzioni a picco sul mare e ammirando le grosse iguane che, incuranti delle migliaia di turisti, prendono placidamente il sole. Sopra di noi, le nubi scorrono, spinte dal forte vento.


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inserito il 04/01/2012
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