C'è stato un momento, la settimana scorsa, che stavo per concludere questo viaggio: mio padre ha scoperto di avere un'ospite indesiderato all'interno del suo intestino, e i medici gli hanno detto che doveva sottoporsi ad una operazione. Situazione seria, anche se non gravissima.

Valutate le cose, ho prenotato un biglietto di ritorno per l'Italia, ed ho scoperto che (a meno che tu non possa permetterti di pagare svariate migliaia di dollari o euri) non è così facile come in Europa trovare un volo all'ultimo minuto. Ergo, partenza la domenica alle 18 ed arrivo previsto a Malpensa (dopo 2 cambi) per le 4 del pomeriggio successivo (ovvero, oggi).

Poi, però, le cose sono mutate di nuovo: i medici hanno fissato l'operazione per lunedì mattina, ed è apparso chiaro che non sarei arrivato in tempo. Ergo, chiacchierate intercontinentali con il malato e con la sua segretaria (cioè, mia sorella), e poi la decisione di soprassedere al viaggio, e di attendere da BA notizie aggiornate sulla situazione.

Mio padre l'ho sentito, come detto, venerdì prima del ricovero. A testimoniare il grado di tranquillità riguadagnato dopo i primo comprensibili momenti di sconcerto, il fatto che era alla sua scrivania nel suo ufficio quando ci siamo parlati. Mi ha fatto una buona impressione, ed ha ridotto un poco i miei rimorsi di figlio ingrato che lascia tutto e se va all'estero dimenticandosi dei suoi famigliari; abbiamo pure scherzato abbondantemente sulla situazione (credo che il gusto per le battute macabre io l'abbia ereditato da lui, dopo tutto), il che non fa mai male...

Ora sono qui, in un internet-cafè, aspettando di richiamare Chiara quando arrivi in ospedale e sappia qualcosa di più sull'operazione che iniziava questa mattina alle 9... le dita non sono incrociate, ma solo perché mi sarebbe molto difficile digitare sulla tastiera...