Niente da fare: anche stamattina le strade che portano fuori da La Paz sono bloccate da gruppi di dimostranti, come è stato negli ultimi giorni. La cosa mi tocca abbastanza, perché sul pulmino che partiva alle 7 per andare a visitare Tihuanaco c'ero anch'io (che levataccia!)... sembrava tutto a posto, pareva che approfittando della festività del Giorno della Mamma (che qui è, appunto, vacanza) i dimostranti avrebbero lasciato le loro barricate per un lungo lungo ponte (ieri c'era la festività del Corpus Domini!); così è stato in tutto il paese, a quanto pare, tranne che nella città di El Alto, che sovrasta La Paz da un ulteriore altezza di 500 metri. Tutte le strade di uscita per i posti interessanti passano per El Alto, e noi ci siamo dovuti arrendere dopo averle provate inutilmente tutte. È incredibile, pare che questa città con aspirazioni di capitale non riesca a difendersi dall'assedio di pochi manifestanti... e anche se le strade di La Paz sono tranquille ora (il Presidente è ritornato da Sucre, si parla di colloqui, io giurerei che la gente si sta solo riorganizzando per lunedì prossimo), la polizia non puó abbandonarle - anche volendo - per intervenire e rompere l'assedio.

Risultato: mi tocca aspettare domani, sperando in una partenza prima dell'alba (tipo ore 4!), e nel frattempo andró a fare un pò di shopping, dato che di musei mi rimane solo quello della coca (la pianta, non la bevanda!) e non c'è altro da fare... mi mancano sempre le scarpe per la bicicletta, il meglio che mi han trovato quelli dell'agenzia erano una taglia 42 che onestamente per 5 ore in discesa sulla "strada più pericolosa del mondo" gradirei non usare...

E a me va anche bene: c'è gente che sta perdendo aerei o bus per tornare a casa, ed altri che forse perderanno la prenotazione che hanno fatto per l'Inka Trail (e lì son palanche che se ne vanno!).