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Bora al quadrato
Ovvio: al pensiero di me in Bora Bora l'invidia (che è una brutta cosa!) s'è impennata nei borghi italici. E, se devo dire la verità, sbarcare - dopo 21 ore passate sul ponte di una nave cargo - sui caldi lidi di un isola circondata da una fantastica laguna (altro che Venezia! qui le pantegane non ce le hanno, ci son gli squali) ti fa sentire decisamente meglio... ma non è tutta d'oro la sabbia che luccica!
In compagnia di Vicky, bionda inglesina conosciuta sul barcon, raggiungo Punta Matera in autostop, e prendiamo una camera con balcone e vista su uno dei punti migliori della laguna (lettone matrimoniale... comincio a sfregarmi le mani, ovviamente); come scopriamo presto, il rovescio della medaglia è l'indisponenza dei proprietari (Robert e Tina), che si limitano a raccogliere il denaro e lì si ferma la loro ospitalità.
Snorkelliamo e prendiamo il sole per un giorno, facciamo la spesa (aaagh, che prezzi!), ed al secondo giorno ci iscriviamo ad una escursione in laguna che si rivela ben diversa da quanto promessoci (o vendutoci): adducendo come scusa l'anomala bassa marea, il vecchio capitano del motoscafo cambia il programma, eliminando alcune delle cose più interessanti (come la nutrizione degli squali; il bagnetto con le razze lo abbiamo fatto, e così il giro ultrarapido intorno all'isola), e quando io oso chiedere spiegazioni al riguardo mi minacciano di chiamare la polizia... ah ah ah, non sanno con chi sono capitati: li invito a chiamarla, e come controrisposta mi impediscono di partecipare alla parte pomeridiana dell'escursione; all'arrivo della polizia (turistica?), che ovviamente non parla altro che francese, riesco con il mio francese maccheronico e con una buona dose di determinazione ad esporre le mie ragioni e ad ottenere di pagare solo parte del prezzo pattuito, data la scarsezza della prestazione. Ovviamente, la vendetta arriva immediatamente: avendo pagato per solo due notti, la mattina seguente siamo invitati a cercarci altra accomodazione. Peccato per loro, la troviamo a 20 metri, per lo stesso prezzo... L'ultimo giorno vado a fare immersioni, sperando di avvistare delle mante; purtroppo, il punto migliore, che è anche l'unico passaggio aperto tra la laguna e l'oceano, ha una visibilità ridotta a qualche metro a causa della forte corrente, così ci limitiamo ad arrampicarci (per non farci trascinare via) sul fondale per una ventina di minuti; ma me la passano gratis, data la brevità e la mancanza di volatili sottomarini; e così durante il giorno faccio altre due immersioni, una corallina e la seconda nel nord dell'isola, dove una trentina (!) di squali ci girano attorno in acqua limpidissima, e ci seguono sul fondale dove avvistiamo tartarughe, barracuda, pesci chirurgo, etc. etc. (una vera messe, forse il miglior posto in cui mi sono immerso fino ad ora). Unico punto negativo: la macchinetta subacquea che avevo con me è scivolata silenziosamente fuori dalla tasca del giubbotto, e si è persa chissadove... vabbè, anche in paradiso non tutto va dritto...
Dopo 3 notti, dobbiamo ritornare verso Tahiti: altro cargo, in ritardissimo, sul quale incontriamo un paio di ragazze spagnole con le quali posso rinfrescare un pò di lingua prima di andare in Sud America.
Che dire dell'isola? È bella, non c'è che dire, ma la gente continua ad essere un pò indisponente, forse troppo abituata a danarosi turisti che pensano di poter comprare tutto e tutti... Vale la pena? Sì, se si ha tempo; se no, l'alternativa economica è giusto nella prossima notizia.
In compagnia di Vicky, bionda inglesina conosciuta sul barcon, raggiungo Punta Matera in autostop, e prendiamo una camera con balcone e vista su uno dei punti migliori della laguna (lettone matrimoniale... comincio a sfregarmi le mani, ovviamente); come scopriamo presto, il rovescio della medaglia è l'indisponenza dei proprietari (Robert e Tina), che si limitano a raccogliere il denaro e lì si ferma la loro ospitalità.
Snorkelliamo e prendiamo il sole per un giorno, facciamo la spesa (aaagh, che prezzi!), ed al secondo giorno ci iscriviamo ad una escursione in laguna che si rivela ben diversa da quanto promessoci (o vendutoci): adducendo come scusa l'anomala bassa marea, il vecchio capitano del motoscafo cambia il programma, eliminando alcune delle cose più interessanti (come la nutrizione degli squali; il bagnetto con le razze lo abbiamo fatto, e così il giro ultrarapido intorno all'isola), e quando io oso chiedere spiegazioni al riguardo mi minacciano di chiamare la polizia... ah ah ah, non sanno con chi sono capitati: li invito a chiamarla, e come controrisposta mi impediscono di partecipare alla parte pomeridiana dell'escursione; all'arrivo della polizia (turistica?), che ovviamente non parla altro che francese, riesco con il mio francese maccheronico e con una buona dose di determinazione ad esporre le mie ragioni e ad ottenere di pagare solo parte del prezzo pattuito, data la scarsezza della prestazione. Ovviamente, la vendetta arriva immediatamente: avendo pagato per solo due notti, la mattina seguente siamo invitati a cercarci altra accomodazione. Peccato per loro, la troviamo a 20 metri, per lo stesso prezzo... L'ultimo giorno vado a fare immersioni, sperando di avvistare delle mante; purtroppo, il punto migliore, che è anche l'unico passaggio aperto tra la laguna e l'oceano, ha una visibilità ridotta a qualche metro a causa della forte corrente, così ci limitiamo ad arrampicarci (per non farci trascinare via) sul fondale per una ventina di minuti; ma me la passano gratis, data la brevità e la mancanza di volatili sottomarini; e così durante il giorno faccio altre due immersioni, una corallina e la seconda nel nord dell'isola, dove una trentina (!) di squali ci girano attorno in acqua limpidissima, e ci seguono sul fondale dove avvistiamo tartarughe, barracuda, pesci chirurgo, etc. etc. (una vera messe, forse il miglior posto in cui mi sono immerso fino ad ora). Unico punto negativo: la macchinetta subacquea che avevo con me è scivolata silenziosamente fuori dalla tasca del giubbotto, e si è persa chissadove... vabbè, anche in paradiso non tutto va dritto...
Dopo 3 notti, dobbiamo ritornare verso Tahiti: altro cargo, in ritardissimo, sul quale incontriamo un paio di ragazze spagnole con le quali posso rinfrescare un pò di lingua prima di andare in Sud America.
Che dire dell'isola? È bella, non c'è che dire, ma la gente continua ad essere un pò indisponente, forse troppo abituata a danarosi turisti che pensano di poter comprare tutto e tutti... Vale la pena? Sì, se si ha tempo; se no, l'alternativa economica è giusto nella prossima notizia.
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inserito il 21/01/2005
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