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La nuova capitale
Dopo Nara e Kyoto, tocca alla terza capitale giapponese, quella attuale: Tokyo.
Arrivato il 28 sera a casa di Daishin, programmatore disordinato (nel senso che la poca roba che ha in casa è solo temporaneamente nascosta dietro le porte scorrevoli degli armadi a muro), ceno con lui e po tento di farlo conversare un pochettino (ma cribbio, tutti i programmatori sono così timidi?).
Il 29, comincio a scoprire che spenderò molto anche qua (Tokyo ha tante cose da vedere, come Kyoto, ma rispetto ad essa bisogna girarla più in treno e metro che in bus, a causa delle grandi distanze), e raggiungo il centro (stazione metro Tokyo) per andare all'ufficio informazioni turistiche. È troppo presto, però, quindi vado a dare uno sguardo al palazzo imperiale (da fuori, dentro non si può), e visito il giardino imperiale (abbastanza bello nella sua prima parte, mentre la seconda è tale e quale a Parco Querini a Vicenza). Dato che sono vicino, attraversando il parco Kitanomaru-Koen, dove una folla impazzita si sta recando a vedere un'esibizione di Judo, raggiungo il tempio shintoista Yasukuni-Jinja, dedicato ai morti delle varie uerre giapponesi. Tempio discusso, tanto che sempre (e specialmente oggi, anniversario della morte dell'imperatore Hirohito) camioncini di nostalgici fascisti stazionano nei pressi con bandiere antiche e megafoni per spiegare alla gente perché si stava meglio quando si stava peggio... Sul retro, un giardinetto giapponese introduce ad una sala da the, dove si può godere la tradizionale cerimonia per la "modica" somma di 12000 yen! Brrrr.
Tornando indietro, mi accorgo che nel Museo della Scienza si svolge proprio oggi (che culo che ho!) l'annuale esposizione di giocattoli, film e ammenicoli vari connessi alla smisurata produzione giapponese di manga, anime, robot, candy candy e chi più ne ha più ne metta; trovo pure un italiano che vende vecchi dischi dell'Ape Maia! Ci passo più di un' ora tra i tavolini e gli scatoloni, e poi torno all'ufficio turistico, scoprendo che oggi è chiuso. Mannaggia! Passando a fianco della statua a Godzilla (pensare che i giappo che le siedono accanto se ne accorgono solo quando estraggo la mia macchinetta fotografica...), vado ad informarmi sugli orari al teatro Kabuki, e poi visito il quartiere Ginza, pieno di negozi e strade chiuse al traffico e spettacolari palazzi del lusso; quel che più mi colpisce, però, sono i nuovi videogiochi della Sony, provabili gratuitamente nel loro showroom: basta joystick, ora una telecamera legge i movimenti del corpo del giocatore e fa muovere di conseguenza i personaggi sullo schermo... Torno da Daishin, ceniamo e poi andiamo alle docce capsula, dove paghi 200 yen per 4 minuti di acqua ed un totale di 20 minuti di privacy nel box in cui entri (Daishin ha lo scadabagno che da messaggi di errore, e fino ad ora non ha trovato il tempo di chiamare il tecnico, così spende ogni giorno tutti 'sti soldi inutilmente...).
Il 30 di buon mattino vado al Mercato del pesce, enorme quartiere dove viene trattato e venduto tutto il pesce che si pappano nella capitale e nei dintorni. Sì, lo so, io non amo il pesce morto, ma è una scena comunque incredibile vedere la gente che taglia pesci surgelati con l'accetta o tritura blocchi di ghiaccio per tenerlo in fresco. Raggiungo poi l'ufficio turistico, questa volta aperto, dove una gentile signora risponde per una quarantina di minuti alle mie molte domande, quasi sempre fornendomi utili risposte! Vado nel quartiere del Sumo, dove visito agratis il museo dedicato a quest'arte lottatoria, e mi informo bene su dove e quando andare per vedere gli allenamenti. Da lì a piedi fino ad Asakusa, e lungo il fiume vedo innumerevoli casette blu costruite dai senzatetto con qualche scatolone e molti teli impermeabili. Asakusa contiene un tempio, il Senso-ji, ma è probabilmente più famosa per le strade ricolme di bancherelle per turisti di ogni nazionalità; c'è pure un giardinetto, una pagoda... insomma, tutto quel che serve per qualche ora lieta nel sole meriggio. Cammina cammina arrivo anche ad Akihabara, centro del discount informatico, dove decine di negozi e negozietti vendono pezzi nuovi ed usati per computer ed altre macchine elettroniche; qui, infine, riesco a trovare un internetcafè dove possa masterizzare un cd, svuotando così le memorie della macchina fotografica (i due portatili di Daishin non hanno neppure i drive floppy, figurarsi il masterizzatore... su uno c'è persino montato uno strampalato sistema operativo...); l'operazione, necessaria, mi costa 249 yen per mezz'ora esatta, e per fortuna che sono stato veloce! Solita cena con Daishin, che cucina abbastanza ene per essere un single, e poi bagno pubblico (costa il doppio della doccia, ma almeno si può restare quanto si vuole).
Il primo maggio è festa anche per me. Il cielo è cupo, io sono stanco, Daishin è partito per una vacanza di qualche giorno... risultato: me ne sto chiuso in casa quasi tutto il giorno (esco solo per fare la spesa per i prossimi giorni, quasi 35 euri per un pò di cibo... aaagh!), a pincionare sul computer e a fare un pò di piani per i prossimi giorni... sono malinconico, sento nostalgia della mia ex-compagna, leggo un manga tradotto in esperanto, così se ne va il sabato (ah, no, chatto anche con Max, incontrato per caso... beh, questo è stato divertente!).
Domenica 2, girando per il quartiere Shinjuku, mi imbatto in un mercatino delle pulci ed in Ruriko, gentile giapponese alla quale chiedo consigli per il kimono che mia sorella vuole a tutti i costi e che, WOW!, trovo giusto al secondo colpo quella mattina. Ruriko mi fa fare buoni affari, riusciamo a trovare anche l'Obi (la fascia per il fiocco) e una cordicella, lei trova qualcosa per sua madre per la festa della settimana successiva. Mi accompagna in cima alle torri del palazzo governativo e di quello NS Tokyo, da cui si godono grandi panorami, e poi andiamo verso Harajuku ed il grande giardino che circonda il tempio deicato all'imperatore Meiji. Qui si svolge un annuale festival (io già lo sapevo...), e siamo fortunati al punto di vedere sia una gara di Kyudo (tiro con l'arco lungo giapponese) sia un' esposizione di Ikebana (l'arte dell'arrangiamento floreale) sia un concerto di musica tradizionale; tra l'uno e l'altro, assistiamo a due matrimoni tradizionali, e proviamo a visitare un altro mercatino, senza però avere successo. Ci salutiamo, ed io rimango vicino a Jingu-bashi, ad assistere al curioso spettacolo di decine di ragazzine che si vestono con grande bravura come i loro idoli musicali o animati, e di decine di fotografi più o meno dilettanti che si esercitano fotografandole (e regalando loro alcuni dei loro scatti... una sorta di simbiosi, mi par di capire). Cammino un pò tra le strade della cosiddetta "collina dei love hotel", dove questi alberghi a ore giapponesi servono a chi cerca un pò di intimità offrendo camere (si possono vedere le foto negli ingressi) arredate in maniere le più diverse. Torno a casa, ceno e poi cerco di riparare un pò il mio programma per il nord, a causa di alcune defezioni da parte dei miei presunti ospiti SERVAS.
Questa mattina si comincia bene: ieri sera il computer di Daishin è andato in crash, oggi dopo due ore sono riuscito a reinstallare Windows98 (in giapponese! Il mio ex collega Francesco sarebbe fiero di me...) perché stasera ci sarà la chat... Torno al tempio Meiji, dove assisto ad una esibizione di teatro Noh; mi reco poi a visitare un museo di stampe Ukiyo-e, e poi di corsa al teatro Kabuki, dove facendo la fila per 105 minuti riesco a trovare un posto seduto al quarto piano per la rappresentazione breve (ogni spettacolo contiene 3 rappresentazioni, della durata di un'ora ciascuna; a prezzo ridotto, si può assistere ad una di esse). A parte il fatto che mi pare di assistere alle scenette che si facevano attorno al fuoco di bivacco scout, con ragazzotti che fingevano con voci in falsetto di essere delle donne, lo spettacolo è interessante ma son contento di non aver pagato per l'intero programma (avete presente le scene di AldoGiovanniEGiacomo quando, nello spettacolo "I corti", mostrano mille modi di suicidarsi per la noia delle spiegazioni cinematografiche di Marina Massironi? Ecco, appunto!). Stanco ma felice per la giornata culturale, vado pure a fare qualche scatto serale al Palazzo della Dieta (ipervigilato, mi fermano pure per controllare i documenti...) ed al tempio Hie noto per il corridoio di Torii all'ingresso.
Arrivato il 28 sera a casa di Daishin, programmatore disordinato (nel senso che la poca roba che ha in casa è solo temporaneamente nascosta dietro le porte scorrevoli degli armadi a muro), ceno con lui e po tento di farlo conversare un pochettino (ma cribbio, tutti i programmatori sono così timidi?).
Il 29, comincio a scoprire che spenderò molto anche qua (Tokyo ha tante cose da vedere, come Kyoto, ma rispetto ad essa bisogna girarla più in treno e metro che in bus, a causa delle grandi distanze), e raggiungo il centro (stazione metro Tokyo) per andare all'ufficio informazioni turistiche. È troppo presto, però, quindi vado a dare uno sguardo al palazzo imperiale (da fuori, dentro non si può), e visito il giardino imperiale (abbastanza bello nella sua prima parte, mentre la seconda è tale e quale a Parco Querini a Vicenza). Dato che sono vicino, attraversando il parco Kitanomaru-Koen, dove una folla impazzita si sta recando a vedere un'esibizione di Judo, raggiungo il tempio shintoista Yasukuni-Jinja, dedicato ai morti delle varie uerre giapponesi. Tempio discusso, tanto che sempre (e specialmente oggi, anniversario della morte dell'imperatore Hirohito) camioncini di nostalgici fascisti stazionano nei pressi con bandiere antiche e megafoni per spiegare alla gente perché si stava meglio quando si stava peggio... Sul retro, un giardinetto giapponese introduce ad una sala da the, dove si può godere la tradizionale cerimonia per la "modica" somma di 12000 yen! Brrrr.
Tornando indietro, mi accorgo che nel Museo della Scienza si svolge proprio oggi (che culo che ho!) l'annuale esposizione di giocattoli, film e ammenicoli vari connessi alla smisurata produzione giapponese di manga, anime, robot, candy candy e chi più ne ha più ne metta; trovo pure un italiano che vende vecchi dischi dell'Ape Maia! Ci passo più di un' ora tra i tavolini e gli scatoloni, e poi torno all'ufficio turistico, scoprendo che oggi è chiuso. Mannaggia! Passando a fianco della statua a Godzilla (pensare che i giappo che le siedono accanto se ne accorgono solo quando estraggo la mia macchinetta fotografica...), vado ad informarmi sugli orari al teatro Kabuki, e poi visito il quartiere Ginza, pieno di negozi e strade chiuse al traffico e spettacolari palazzi del lusso; quel che più mi colpisce, però, sono i nuovi videogiochi della Sony, provabili gratuitamente nel loro showroom: basta joystick, ora una telecamera legge i movimenti del corpo del giocatore e fa muovere di conseguenza i personaggi sullo schermo... Torno da Daishin, ceniamo e poi andiamo alle docce capsula, dove paghi 200 yen per 4 minuti di acqua ed un totale di 20 minuti di privacy nel box in cui entri (Daishin ha lo scadabagno che da messaggi di errore, e fino ad ora non ha trovato il tempo di chiamare il tecnico, così spende ogni giorno tutti 'sti soldi inutilmente...).
Il 30 di buon mattino vado al Mercato del pesce, enorme quartiere dove viene trattato e venduto tutto il pesce che si pappano nella capitale e nei dintorni. Sì, lo so, io non amo il pesce morto, ma è una scena comunque incredibile vedere la gente che taglia pesci surgelati con l'accetta o tritura blocchi di ghiaccio per tenerlo in fresco. Raggiungo poi l'ufficio turistico, questa volta aperto, dove una gentile signora risponde per una quarantina di minuti alle mie molte domande, quasi sempre fornendomi utili risposte! Vado nel quartiere del Sumo, dove visito agratis il museo dedicato a quest'arte lottatoria, e mi informo bene su dove e quando andare per vedere gli allenamenti. Da lì a piedi fino ad Asakusa, e lungo il fiume vedo innumerevoli casette blu costruite dai senzatetto con qualche scatolone e molti teli impermeabili. Asakusa contiene un tempio, il Senso-ji, ma è probabilmente più famosa per le strade ricolme di bancherelle per turisti di ogni nazionalità; c'è pure un giardinetto, una pagoda... insomma, tutto quel che serve per qualche ora lieta nel sole meriggio. Cammina cammina arrivo anche ad Akihabara, centro del discount informatico, dove decine di negozi e negozietti vendono pezzi nuovi ed usati per computer ed altre macchine elettroniche; qui, infine, riesco a trovare un internetcafè dove possa masterizzare un cd, svuotando così le memorie della macchina fotografica (i due portatili di Daishin non hanno neppure i drive floppy, figurarsi il masterizzatore... su uno c'è persino montato uno strampalato sistema operativo...); l'operazione, necessaria, mi costa 249 yen per mezz'ora esatta, e per fortuna che sono stato veloce! Solita cena con Daishin, che cucina abbastanza ene per essere un single, e poi bagno pubblico (costa il doppio della doccia, ma almeno si può restare quanto si vuole).
Il primo maggio è festa anche per me. Il cielo è cupo, io sono stanco, Daishin è partito per una vacanza di qualche giorno... risultato: me ne sto chiuso in casa quasi tutto il giorno (esco solo per fare la spesa per i prossimi giorni, quasi 35 euri per un pò di cibo... aaagh!), a pincionare sul computer e a fare un pò di piani per i prossimi giorni... sono malinconico, sento nostalgia della mia ex-compagna, leggo un manga tradotto in esperanto, così se ne va il sabato (ah, no, chatto anche con Max, incontrato per caso... beh, questo è stato divertente!).
Domenica 2, girando per il quartiere Shinjuku, mi imbatto in un mercatino delle pulci ed in Ruriko, gentile giapponese alla quale chiedo consigli per il kimono che mia sorella vuole a tutti i costi e che, WOW!, trovo giusto al secondo colpo quella mattina. Ruriko mi fa fare buoni affari, riusciamo a trovare anche l'Obi (la fascia per il fiocco) e una cordicella, lei trova qualcosa per sua madre per la festa della settimana successiva. Mi accompagna in cima alle torri del palazzo governativo e di quello NS Tokyo, da cui si godono grandi panorami, e poi andiamo verso Harajuku ed il grande giardino che circonda il tempio deicato all'imperatore Meiji. Qui si svolge un annuale festival (io già lo sapevo...), e siamo fortunati al punto di vedere sia una gara di Kyudo (tiro con l'arco lungo giapponese) sia un' esposizione di Ikebana (l'arte dell'arrangiamento floreale) sia un concerto di musica tradizionale; tra l'uno e l'altro, assistiamo a due matrimoni tradizionali, e proviamo a visitare un altro mercatino, senza però avere successo. Ci salutiamo, ed io rimango vicino a Jingu-bashi, ad assistere al curioso spettacolo di decine di ragazzine che si vestono con grande bravura come i loro idoli musicali o animati, e di decine di fotografi più o meno dilettanti che si esercitano fotografandole (e regalando loro alcuni dei loro scatti... una sorta di simbiosi, mi par di capire). Cammino un pò tra le strade della cosiddetta "collina dei love hotel", dove questi alberghi a ore giapponesi servono a chi cerca un pò di intimità offrendo camere (si possono vedere le foto negli ingressi) arredate in maniere le più diverse. Torno a casa, ceno e poi cerco di riparare un pò il mio programma per il nord, a causa di alcune defezioni da parte dei miei presunti ospiti SERVAS.
Questa mattina si comincia bene: ieri sera il computer di Daishin è andato in crash, oggi dopo due ore sono riuscito a reinstallare Windows98 (in giapponese! Il mio ex collega Francesco sarebbe fiero di me...) perché stasera ci sarà la chat... Torno al tempio Meiji, dove assisto ad una esibizione di teatro Noh; mi reco poi a visitare un museo di stampe Ukiyo-e, e poi di corsa al teatro Kabuki, dove facendo la fila per 105 minuti riesco a trovare un posto seduto al quarto piano per la rappresentazione breve (ogni spettacolo contiene 3 rappresentazioni, della durata di un'ora ciascuna; a prezzo ridotto, si può assistere ad una di esse). A parte il fatto che mi pare di assistere alle scenette che si facevano attorno al fuoco di bivacco scout, con ragazzotti che fingevano con voci in falsetto di essere delle donne, lo spettacolo è interessante ma son contento di non aver pagato per l'intero programma (avete presente le scene di AldoGiovanniEGiacomo quando, nello spettacolo "I corti", mostrano mille modi di suicidarsi per la noia delle spiegazioni cinematografiche di Marina Massironi? Ecco, appunto!). Stanco ma felice per la giornata culturale, vado pure a fare qualche scatto serale al Palazzo della Dieta (ipervigilato, mi fermano pure per controllare i documenti...) ed al tempio Hie noto per il corridoio di Torii all'ingresso.
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inserito il 03/05/2004
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