Oh, finalmente!
Di nuovo mi sveglio prestissimo, per andare a fare qualche altra foto durante la preghiera del mattino (Max, è inutile che insisti, non pago 500 yen per andare a pregare per un'ora in ginocchio sui tatami!).
Il tempo è buono, qualche nuvola ma il sole si vede.
Riesco, memore della precedente esperienza, a scegliere posti tatticamente migliori, e la sessione fotografica ha buon successo.
Poi corro in stazione, dove prendo il treno per una nota località termale, dove i macachi giapponesi amano riscaldarsi le terga in acqua.
Raggiungo il Monkey Park, che in realtà è poco più di un ettaro recintato di montagna dove una pozza è stata ricavata per permettere alle scimmie (forse) di immergersi per il piacere dei visitatori, e permettere a questi ultimi di osservarle e studiarle più da vicino.

E i macachi non mi deludono. Certo, il cielo guastatosi (piove a tratti, ma soprattutto fa un freddo cane) non è dei migliori, e la stagione invenale con la neve ne spinge un maggior numero in acqua, ma quelle che ci sono sono fantastiche: rispetto ai loro parenti umani giapponesi, gli manca solo l'asciugamanino sulla testa... I cuccioli giocan o intorno alle madri, i più grandi si azzuffano per il diritto di scegliere la posizione migliore, e poi con le braccia mollemente adagiate sul bordo guardano lontano godendosi il calore dell'Onsen.

Dopo 3 ore però comincio ad avere davvero freddo, e me ne torno a Nagano in autostop (non per risparmiare i 1000 yen di biglietto, ma per partire due ore prima del previsto arrivo del bus evitando così il congelamento); in realtà, arrivo cmq quasi alla stessa ora del bus, poiché i miei accompagnatori, due ragazze ed un ragazzo che lavorano in un albergo e che viaggiano su una macchinetta microscopica, si fermano varie volte per mangiare qualcosa e per fare acquisti in una mecca da 100 yen.

Arrivato a Nagano, recupero i miei bagagli, e salto sul bus diretto a Tokyo.