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Tirandosi dietro un carretto di luci
Partito prestissimo, raggiungo Takayama dove mi attende l'unico festival che riuscirò ad intercettare in questi due mesi.
Controllo la posta nella hall del municipio (scoprendo quel che accade in Iraq, tra l'altro), e poi raggiungo l'ostello all'interno di uno dei tanti templi, attraversando le strade che si stanno riempiendo di festoni e di persone.
L'ostello è ipercostoso, c'è pure il sovrapprezzo per i non soci, ma è l'unica soluzione rimasta in una città presa d'assalto dai turisti, ergo...
Il cielo nuvoloso e la pioggerellina che ogni tanto cade fa dubitare fino all'ultimo gli organizzatori, e quindi parte del programma viene posticipato o annullato; ma, camminando per le strade, posso vedere gli ultimi ritocchi ai grandi carri che verrano poi portati in sfilata: vari gruppi (non è chiaro se siano famiglie, quartieri o altro) si prendono cura di enormi costruzioni lignee dotate di ruote, ed ornate con mille ammenicoli e luminarie; alcuni provano a far funzionare le marionette che poi terranno avvinte migliaia di astanti durante le esibizioni. L'aria di festa si respira ovunque, insieme a quella dei milel odori che le bancherelle ed i negozi fanno circolare; provo alcuni dolcetti tipici, pallotte di pasta di riso (5) infilzate su uno stecchino di legno e cosparse di salsa di soia prima di essere cotte alla griglia... mmm, buone, ma mettono sete!
La pioggia da un pò di tregua, la gente si raduna, i carri vengono portati fuori dai loro garage altissimi e, dopo avervi fatto salire i musici ed i bambini che cantano (e fanno sempre tenerezza :-) ), i trascinatori in abiti tradizionali tirano le grosse fune e li portano lungo un percorso che attraversa tutto il centro "storico", tra ali di folla festante; le luci nella lampade tremolano, e i poliziotti hanno il loro bel dafare per contenere l'entusiasmo dei cineoperatori amatoriali che spingono spingono per raggiungere i punti con migliore visibilità (i giapponesi, in queste occasioni, si rivelano essere disordinati e rissaioli come ogni buon popolo che si rispetti).
Tutto si conclude alle 21 in punto (!), laciando un pò di amaro in bocca a tutti quelli (perlopiù strniaeri) che si aspettavano danze e balli e bevute lungo le strade... mesti mesti torniamo all'ostello, dove il custode spegne le luci alle 22:23.
Il giorno seguente il sole splende (anche troppo), e i carri schierati nella piazza principale permettono di vedere al meglio le esibizioni delle marionette che, seppure un pò a ascatti, si muovono, si inchinano, danzano ed usano persino il ventaglio. Intanto, per le strade, sfilano i danzatori travestiti da leoni verdi egialli con la testa rossa, e gli anziani tutti impettiti nei costumi tradizionali. È tutto molto, forse troppo organizzato, ma qui i protagonisti sono i grandi carri, ed anche quelli che non possono esporli (vengono sorteggiati ogni anno) sanno che gli uomini sono solo comparse.
Alle 16:20, dopo aver goduto del sole tranquillamente seduto sulla riva del fiume sotto ciliegi in fiore e salici che piangono, prendo un'altra sfilza di locali per raggiungere Kyoto.
Controllo la posta nella hall del municipio (scoprendo quel che accade in Iraq, tra l'altro), e poi raggiungo l'ostello all'interno di uno dei tanti templi, attraversando le strade che si stanno riempiendo di festoni e di persone.
L'ostello è ipercostoso, c'è pure il sovrapprezzo per i non soci, ma è l'unica soluzione rimasta in una città presa d'assalto dai turisti, ergo...
Il cielo nuvoloso e la pioggerellina che ogni tanto cade fa dubitare fino all'ultimo gli organizzatori, e quindi parte del programma viene posticipato o annullato; ma, camminando per le strade, posso vedere gli ultimi ritocchi ai grandi carri che verrano poi portati in sfilata: vari gruppi (non è chiaro se siano famiglie, quartieri o altro) si prendono cura di enormi costruzioni lignee dotate di ruote, ed ornate con mille ammenicoli e luminarie; alcuni provano a far funzionare le marionette che poi terranno avvinte migliaia di astanti durante le esibizioni. L'aria di festa si respira ovunque, insieme a quella dei milel odori che le bancherelle ed i negozi fanno circolare; provo alcuni dolcetti tipici, pallotte di pasta di riso (5) infilzate su uno stecchino di legno e cosparse di salsa di soia prima di essere cotte alla griglia... mmm, buone, ma mettono sete!
La pioggia da un pò di tregua, la gente si raduna, i carri vengono portati fuori dai loro garage altissimi e, dopo avervi fatto salire i musici ed i bambini che cantano (e fanno sempre tenerezza :-) ), i trascinatori in abiti tradizionali tirano le grosse fune e li portano lungo un percorso che attraversa tutto il centro "storico", tra ali di folla festante; le luci nella lampade tremolano, e i poliziotti hanno il loro bel dafare per contenere l'entusiasmo dei cineoperatori amatoriali che spingono spingono per raggiungere i punti con migliore visibilità (i giapponesi, in queste occasioni, si rivelano essere disordinati e rissaioli come ogni buon popolo che si rispetti).
Tutto si conclude alle 21 in punto (!), laciando un pò di amaro in bocca a tutti quelli (perlopiù strniaeri) che si aspettavano danze e balli e bevute lungo le strade... mesti mesti torniamo all'ostello, dove il custode spegne le luci alle 22:23.
Il giorno seguente il sole splende (anche troppo), e i carri schierati nella piazza principale permettono di vedere al meglio le esibizioni delle marionette che, seppure un pò a ascatti, si muovono, si inchinano, danzano ed usano persino il ventaglio. Intanto, per le strade, sfilano i danzatori travestiti da leoni verdi egialli con la testa rossa, e gli anziani tutti impettiti nei costumi tradizionali. È tutto molto, forse troppo organizzato, ma qui i protagonisti sono i grandi carri, ed anche quelli che non possono esporli (vengono sorteggiati ogni anno) sanno che gli uomini sono solo comparse.
Alle 16:20, dopo aver goduto del sole tranquillamente seduto sulla riva del fiume sotto ciliegi in fiore e salici che piangono, prendo un'altra sfilza di locali per raggiungere Kyoto.
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inserito il 15/04/2004
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