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Le ragazze di Osaka
La canzone di Finardi mi torna in mente mentre arrivo ad Osaka, città nel centro sud del Giappone.
Gli esperantisti locali si sono mobilitati, e organizzano una staffetta per incontrarmi: la signora Yumiko dall'aeroporto mi porta fino ad una stazione del metro, dove incontro la signorina Matsudo con la quale cammino un pò nella zona sud di Osaka (cerchiamo un tempio suggerito dalla LP, ma troviamo una bella mostra di stampe Ukiyo-e, chiusa ma che per noi riapre magicamente - e qui mi narrano la storia del tasso protettore... ricordatemi di raccontarvela) fino all'ora di inizio del primo di molti incontri esperantisti (beh, qualcosa bisogna pur concedere, in cambio dell'ospitalità, no?) di cui sarò l'ospite d'onore; racconto di me, del mio viaggio, di Vicenza, ma mi pare di capire che questi giapponesi non sono abituati a tirare tardi la sera, ed alle 9 vengo accompagnato a casa di Sato-san (cioè, del signor Sato) dove mi godo - nell'ordine - il primo bagno giapponese (okkio: ci si lava fuori dalla vasca, che serve solo per rilassarsi, e non dentro!), una birretta ed un tentativo di appiopparmi uno snack alla seppia (!), e una sana dormita su futon in una stanza ricoperta di tatami (oh, ma non dovrò mica spiegarvi tutto io!!!)
Il giorno dopo, dopo che i nipotini dei Sato sono arrivati per vedere lo straniero da cui si tengono però ben lontani, quantunque spinti in avanti dai nonni, andiamo a casa di Matsudo-san, dove il testimone cambia di nuovo di mano ;-)
Con lei vado a visitare - dopo aver opportunamente lasciato lo zainone in stazione - la seconda parte della mostra da cui siamo fuggiti ieri, e poi il tempietto che non trovavamo... sì, devo dire che ha ragione: anche le giovani generazioni giapponesi sentono ancora un bisogno di spiritualità e di tradizione, ne abbiamo la prova al tempio.
Andiamo poi - a piedi, finalmente... occhi e portafoglio ringraziano - al castello Osaka, dove incontriamo la signorina Ricko e parlottiamo un po'; dato che i ciliegi stentano a fiorire, causa il freddo persistente, e che loro hanno già plurimamente visitato il maniero, ci vado da solo, mentre loro aspettano fuori. Otto piani, da fare via scale o ascensore, per scoprire la storia di questo castello che fu costruito e distrutto più volte; maschere, costumi, scritti e alcuni diorami olografici aiutano coloro che parlano giapponese a capire meglio (per gli altri, sorry sorry!).
Ridiscendo, e lasciata Ricko decidiamo di andare a provare l'eccitante vista che si gode dall'alto dello Sky Building, dalla terrazza a circa 170 metri dal suolo; prima, però, la mia guida mi porta a scoprire lo "stomaco" della città: un'enorme centro gastronomico sotterraneo, dove migliaia di persone contemporaneamente si nutrono o acuistano cibi di tutti i tipi.
Allo Sky Building solito esoso biglietto, ma la vista di Osaka nell'oscurità è davvero bella. Scendiamo, e nei sotterranei consumiamo una buona cena in un ristorantino finto-tipico (mi pappo per un umeboshi, seguire Lamù per capire!).
Salutata Matsudo-san, dopo aver fatto un giretto a piedi nel quartiere dei divertimenti e del cibo di Osaka-sud raggiungo la casa di Yumiko-san, che gentilmente mi ospiterà per due notti.
Gli esperantisti locali si sono mobilitati, e organizzano una staffetta per incontrarmi: la signora Yumiko dall'aeroporto mi porta fino ad una stazione del metro, dove incontro la signorina Matsudo con la quale cammino un pò nella zona sud di Osaka (cerchiamo un tempio suggerito dalla LP, ma troviamo una bella mostra di stampe Ukiyo-e, chiusa ma che per noi riapre magicamente - e qui mi narrano la storia del tasso protettore... ricordatemi di raccontarvela) fino all'ora di inizio del primo di molti incontri esperantisti (beh, qualcosa bisogna pur concedere, in cambio dell'ospitalità, no?) di cui sarò l'ospite d'onore; racconto di me, del mio viaggio, di Vicenza, ma mi pare di capire che questi giapponesi non sono abituati a tirare tardi la sera, ed alle 9 vengo accompagnato a casa di Sato-san (cioè, del signor Sato) dove mi godo - nell'ordine - il primo bagno giapponese (okkio: ci si lava fuori dalla vasca, che serve solo per rilassarsi, e non dentro!), una birretta ed un tentativo di appiopparmi uno snack alla seppia (!), e una sana dormita su futon in una stanza ricoperta di tatami (oh, ma non dovrò mica spiegarvi tutto io!!!)
Il giorno dopo, dopo che i nipotini dei Sato sono arrivati per vedere lo straniero da cui si tengono però ben lontani, quantunque spinti in avanti dai nonni, andiamo a casa di Matsudo-san, dove il testimone cambia di nuovo di mano ;-)
Con lei vado a visitare - dopo aver opportunamente lasciato lo zainone in stazione - la seconda parte della mostra da cui siamo fuggiti ieri, e poi il tempietto che non trovavamo... sì, devo dire che ha ragione: anche le giovani generazioni giapponesi sentono ancora un bisogno di spiritualità e di tradizione, ne abbiamo la prova al tempio.
Andiamo poi - a piedi, finalmente... occhi e portafoglio ringraziano - al castello Osaka, dove incontriamo la signorina Ricko e parlottiamo un po'; dato che i ciliegi stentano a fiorire, causa il freddo persistente, e che loro hanno già plurimamente visitato il maniero, ci vado da solo, mentre loro aspettano fuori. Otto piani, da fare via scale o ascensore, per scoprire la storia di questo castello che fu costruito e distrutto più volte; maschere, costumi, scritti e alcuni diorami olografici aiutano coloro che parlano giapponese a capire meglio (per gli altri, sorry sorry!).
Ridiscendo, e lasciata Ricko decidiamo di andare a provare l'eccitante vista che si gode dall'alto dello Sky Building, dalla terrazza a circa 170 metri dal suolo; prima, però, la mia guida mi porta a scoprire lo "stomaco" della città: un'enorme centro gastronomico sotterraneo, dove migliaia di persone contemporaneamente si nutrono o acuistano cibi di tutti i tipi.
Allo Sky Building solito esoso biglietto, ma la vista di Osaka nell'oscurità è davvero bella. Scendiamo, e nei sotterranei consumiamo una buona cena in un ristorantino finto-tipico (mi pappo per un umeboshi, seguire Lamù per capire!).
Salutata Matsudo-san, dopo aver fatto un giretto a piedi nel quartiere dei divertimenti e del cibo di Osaka-sud raggiungo la casa di Yumiko-san, che gentilmente mi ospiterà per due notti.
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inserito il 25/03/2004
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